Interdizione legale

da | Nov 9, 2020

L’interdizione legale è una misura di carattere sanzionatorio che deriva da una sentenza penale di condanna; è una misura diversa rispetto all’interdizione giudiziale, ma, come quest’ultima, comporta per l’interdetto legale una parziale incapacità di agire, e in particolare l’incapacità a compiere determinati atti giuridici. Quale finalità ha l’interdizione legale? La finalità dell’interdizione legale è sanzionatoria, […]

L’interdizione legale è una misura di carattere sanzionatorio che deriva da una sentenza penale di condanna; è una misura diversa rispetto all’interdizione giudiziale, ma, come quest’ultima, comporta per l’interdetto legale una parziale incapacità di agire, e in particolare l’incapacità a compiere determinati atti giuridici.

interdizione legale

Quale finalità ha l’interdizione legale?

La finalità dell’interdizione legale è sanzionatoria, in quanto, in ragione della condanna ricevuta, l’ordinamento non ritiene il condannato soggetto meritevole di mantenere la piena capacità di agire, anzi, come vedremo, limita gli atti da lui realizzabili alla sola sfera personale. Pertanto, la finalità è quella di evitare che il condannato possa realizzare con le sue condotte atti non meritevoli di tutela da parte dell’ordinamento giuridico.

Perché tale tipologia di interdizione si chiama “legale”?

A differenza dell’interdizione giudiziale, che, come fra poco vedremo, trova la sua fonte in un provvedimento giudiziale, l’interdizione legale è una misura accessoria e automatica, che esplica i propri effetti in modo diretto con l’emanazione della sentenza di condanna. Pertanto, per l’emanazione di tale misura accessoria non vi è necessità di ulteriore provvedimento giudiziale, in quanto il carattere di automaticità è sancito dall’art. 32 del codice penale.

In quali casi viene irrogata la misura dell’interdizione legale?

La sanzione dell’interdizione legale, ai sensi dell’art. 32 cod. penale, discende automaticamente dal passaggio in giudicato della sentenza che condanna alla pena detentiva dell’ergastolo o alla reclusione per un tempo non inferiore ai cinque anni.

Che durata ha l’interdizione legale?

La durata di tale misura sanzionatoria, e quindi lo stato di interdizione legale, è limitata e legata all’espiazione completa della pena detentiva, e, pertanto, alla fine della stessa, la sanzione accessoria viene meno, e così, anche l’ufficio di tutore dell’interdetto, e il reo, al termine dell’esecuzione, tornerà ad avere piena capacità d’agire.

Quali sono le differenze con l’interdizione giudiziale?

L’interdizione legale, come detto, è un provvedimento di carattere sanzionatorio che discende da una sentenza di condanna, e ne deriva come effetto automatico. L’interdizione giudiziale, invece, è disposta con provvedimento dell’autorità giudiziaria, a seguito del quale un soggetto, abituale infermo di mente, viene dichiarato incapace di provvedere ai propri interessi. Pertanto, mentre l’interdizione giudiziale è una forma di “protezione” del soggetto incapace, ed è disposta dall’autorità giudiziaria al fine di predisporre un’adeguata forma di tutela per il beneficiario, l’interdizione legale ha natura sanzionatoria e “lato sensu” punitiva che scaturisce da una condanna penale.

Quali atti possono essere compiuti dall’interdetto legale?

Mentre l’interdetto giudiziale è colpito da un’incapacità totale e assoluta, in quanto egli non può compiere qualsiasi atto di natura personale o patrimoniale, l’interdetto legale ha “solamente” una diminuzione della propria capacità, limitata agli atti di natura patrimoniale. L’interdetto legale conserva quindi una piena capacità di agire relativamente agli atti di natura personale, e quindi può sposarsi, riconoscere un figlio e fare testamento, sia in forma pubblica avanti il Notaio che in forma olografa. Tale assetto di cautele è giustificato dal fatto che l’interdetto legale, non è privo della capacità di intendere e volere, in quanto incapace di un sufficiente discernimento tale da potersi autodeterminare, ma pur pienamente capace, non è ritenuto dall’ordinamento giuridico, in ragione della condanna ricevuta, degno di porre in essere atti giuridici validi.

L’interdizione legale comporta la decadenza automatica dalla responsabilità genitoriale?

No. Ai sensi dell’art. 32 co.3 cod. penale, solo la condanna all’ergastolo comporta la decadenza dalla responsabilità genitoriale, mentre durante la pena detentiva, in caso di condanna penale non inferiore ai cinque anni, la responsabilità genitoriale è sospesa, salvo che il giudice nella sentenza di condanna disponga diversamente. In questi casi la responsabilità genitoriale va a concentrarsi in capo al genitore superstite, e, nel caso il genitore condannato fosse l’ultimo ad aver esercitato la responsabilità genitoriale, dovrà essere nominato ai sensi dell’art. 348 e ss. Cod. Civ.

Tutti gli atti compiuti dall’interdetto legale sono invalidi?

No, sono invalidi solo gli atti di natura patrimoniale, mentre gli atti aventi natura personale conservano la propria validità ed efficacia. Per il compimento degli atti non di ordinaria amministrazione, sarà nominato un tutore che, manterrà il proprio ufficio sino all’espiazione completa della pena del condannato.

Chi nomina il tutore dell’interdetto legale?

Il tutore dell’interdetto legale è nominato con decreto da parte del Giudice Tutelare del Tribunale del luogo di residenza dell’interdetto legale, che apre d’ufficio il procedimento di nomina dopo aver ricevuto da parte del Tribunale penale competente, e in particolare dal Pubblico Ministero, copia della sentenza di condanna. Il tutore dell’interdetto legale sarà scelto dal Giudice Tutelare tra i più stretti congiunti del condannato, e, se ciò non sia possibile, in ragione di un contesto familiare criminogeno, verrà individuato tra le persone che hanno comunque maggiore familiarità con il condannato. Il tutore, a questo punto, entro dieci giorni dalla nomina dovrà iniziare l’inventario dei beni dell’interdetto, anche a mezzo di un Notaio appositamente nominato.

Quali beni gestisce il tutore dell’interdetto legale?

La gestione del tutore dell’interdetto legale è limitata ai beni immobili, e al denaro da essi ritratto (es: canoni di locazione) al denaro che il condannato non portava con sé al momento dell’ingresso nell’istituto, le pensioni corrisposte al condannato (es: pensione di reversibilità, indiretta o di invalidità) e tutto quanto perviene al condannato a titolo di eredità o risarcimento del danno.

 Il tutore può essere esonerato dall’incarico?

Sì, il tutore può chiedere al Giudice Tutelare di essere esonerato dall’ufficio, qualora esso sia diventato eccessivamente gravoso, e, purché vi sia la disponibilità di altro soggetto all’ufficio di tutore. In ogni caso egli conserva tutti gli obblighi inerenti la rappresentanza dell’interdetto, l’amministrazione dei suoi beni, e l’obbligo inerente il rendiconto, fino a quanto il nuovo tutore non abbia giurato

Come si evince l’esistenza di un’interdizione legale?

A margine dell’atto di nascita, da richiedere al Comune di nascita dell’interdetto legale, verrà annotata la nomina del tutore, e la relativa chiusura della tutela.

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