Gentile notaio, sono un giovane di 32 anni. Ho sentito che si può fare una società a responsabilità limitata con agevolazioni speciali e con un euro soltanto! È vero che ci sono questi vantaggi? Come si può procedere?
Il nostro giovane lettore ci consente di introdurre un poco di chiarezza su un argomento non irrilevante e sul quale si è parlato molto, spesso a sproposito, generando una notevole confusione.
La società a responsabilità semplificata è stata introdotta nel 2012 con il “decreto liberalizzazioni” sotto il governo Monti. Lo scopo ufficiale era originariamente quello di favorire l’entrata nel mondo del lavoro da parte dei giovani aventi età non superiore a 35 anni. A seguito di modificazioni tosto introdotte, è stato tuttavia eliminato questo limite, anche perché è apparso subito evidente come non sarebbe stato molto chiaro che cosa sarebbe accaduto a questi “giovani” e alle loro società una volta passato il predetto limite d’età.
Ma quali sono le caratteristiche di questa società “semplificata”?
Anzitutto si tratta di una società di capitali, nella quale cioè il denaro conferito è posto a garanzia dei creditori, i quali non possono dunque rivolgersi al patrimonio personale dei soci (come invece è possibile nelle c.d. società “di persone” come ad esempio la società in nome collettivo), ma devono soddisfarsi solo sul capitale. Ebbene: nella srl “semplificata” la misura di questo capitale (che al minimo nella srl “normale” è di 10.000 euro) può essere ridotta da tale importo fino a 1 euro. Dunque problemi tutti risolti anche per chi non ha soldi? Non si direbbe proprio: quale fornitore, quale banca, quale cliente si fiderà mai di chi può mettere a disposizione come massimo capitale di rischio la somma di un euro? Alla fine se si decidesse di fare davvero qualcosa di concreto (comprare una scrivania, un’automobile, un registratore di cassa, uno scaffale) occorrerà per il socio pur sempre aprire il proprio portafogli, oppure dare garanzie personali a chi fa credito.
E per il resto? Forse che il Fisco, notoriamente non prodigo con chi fa impresa, si sia commosso, decidendosi ad elargire benefici, agevolazioni, sovvenzioni?
Nossignore: le aliquote di tassazione (IRES) sono le stesse delle altre società “ordinarie”, come anche le tasse e le imposte annuali, l’IRAP, le concessioni governative. E per i dipendenti eventualmente assunti dalla nostra “SRLS”? Anche in questo caso, nulla di nulla. Così non sono stati previsti sconti per i contributi previdenziali INPS, per le erogazioni in favore dell’INAIL. E per la tenuta della contabilità? Niente da fare pure per questa: non ci sono speciali semplificazioni per agevolare il compito e l’onere del commercialista. E per il notaio? Qui le novità sono invece molto rilevanti. Infatti lo schema dell’atto è fisso e invariabile: non è permesso articolare uno statuto sociale dal contenuto complesso, magari disciplinando in maniera peculiare il diritto di voto o la cedibilità delle quote. Ma la cosa più “attrattiva” per il cliente è un’altra: qui infatti il legislatore ha previsto che l’attività notarile debba essere prestata senza onorario. In altre parole, davanti al notaio si paga soltanto l’imposta di registro che va allo Stato (questa senza sconti), mentre il professionista deve lavorare gratis (o meglio: deve erogare la propria prestazione a proprie spese, immaginandosi che continui a pagare lo stipendio alle impiegate che lo aiutano). Insomma, qualche agevolazione per chi vuole fare una srl semplificata c’è, ma non te la offre lo Stato. Quest’ultimo ha posto l’onere su qualcun altro. Specchio dei nostri tempi o specchi per le allodole?
Daniele Minussi
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